
La dieta proteica con il metodo Blackburn si usa da anni in tutto il mondo ne trattamento delle forme più gravi di obesità.
Si tratta in effetti di una dieta molto squilibrata nella composizione degli alimenti e quindi sotto certi aspetti antifisiologica, ma volutamente, perchè il suo obiettivo è proprio quello di alterare il metabolismo in modo tale da attivare la lipolisi, ossia lo scioglimento dei grassi, senza però intaccare la massa magra.
Blackburn sostiene che piccole quantità di aminoacidi porterebbero, nel corso del digiuno, delle leggere variazioni nella risposta metabolica, fino a neutralizzare il bilancio azotato negativo.
Questo significherebbe eliminare i pericoli del digiuno assoluto assumento proteine senza idrati di carbonio.
Blackburn calcolò la quantità esatta di proteine necessarie durante il digiuno per proteggere la massa magra, individuandola nella misura di 1,3-1,6 gr per ogni chilo di peso formaideale.
Questo valore consente la pratica del cosiddetto "digiuno proteico", caratterizzato da uno stato di chetosi che inibisce la fame, favorendo così il mantenimento del regime dietetico anche in soggetti particolarmente resistenti.